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al testo di Loredana Savelli
le doglie
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attendo una debolezza del cielo, uno scroscio improvviso, sì che lo sforzo del parto si cambi in canto.
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Fiammetta Lucattini
- 30/04/2013 10:06:00
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Non ho che un aggettivo da regalarti: straordinaria! Affettuosamente.
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Carla de Falco
- 28/04/2013 20:55:00
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una figlia la poesia.
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Loredana Savelli
- 28/04/2013 16:19:00
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a Cristina e Luciana: esatto, siete troppo brave!
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Luciana Riommi Baldaccini
- 28/04/2013 16:08:00
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Mi colpisce, in questi versi molto densi, la contrapposizione tra il parlare convulso (la tua debolezza) e un improvviso scroscio (la debolezza del cielo), come se nel silenzio finalmente e faticosamente raggiunto aspettassi una nuova sonorità, un parlare nuovo, un canto (la poesia). Ciao Loredana, buona domenica :-)
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Cristina Bizzarri
- 28/04/2013 15:10:00
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Percepisco uno sforzo in questa tua poesia. Tacere, ma in un silenzio davvero contemplativo, pieno e sereno, mi sembra quello a cui tu aspiri,forse perché stanca del frastuono in cui spesso siamo immersi e in cui noi stessi, per inerzia o impotenza, ci immergiamo. Una ricerca la tua Loredana, che è anche attesa e preghiera. Mi ha molto colpita "attendo un segno di debolezza del cielo". Ecome una "kenosis", (insegna in particolare il Cristianesimo), una tua "notte oscura" in cui spogliarti, vuota di tutto, per rinascere a te stessa rinnovata.
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Loredana Savelli
- 28/04/2013 09:43:00
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ad Alessandra. Credo che tu abbia egregiamente interpretato, aggiungendo valore alle mie scarne parole. E che il silenzio è per me, che sono portata alla parola e forse alla chiacchiera, un elemento di discontinuità forte, che mi interroga profondamente, soprattutto il silenzio degli altri e a volte anche il mio. Voglio sempre credere che nasconda un canto più bello. Inoltre penso che vivere sia sempre partorirsi e partorire, credo nella trasformazione, anche se spesso i passaggi di stato mi mettono e ci mettono, ritengo, in crisi. Un caro saluto a te, donna del silenzio e della parola. Buona domenica.
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Loredana Savelli
- 28/04/2013 09:37:00
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a Nando. "Parto" in senso lato, "sforzo" nel senso di tentativo di trasformazione. Grazie e buona domenica a te. Ciao!
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Alessandra Ponticelli Conti
- 28/04/2013 09:35:00
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Cara Loredana, non so se ho ben interpretato, ma intravedo in questa tua poesia, peraltro bellissima, il tema a te spesso caro dellincomunicabilità. Il richiamo alla maieutica socratica viene sovvertito e le parole non escono in ragione dei passaggi logici propri del discorso, ma solo per colmare i vuoti. Per questo il parto per arrivare a buon fine e diventare canto ha bisogno di una "debolezza del cielo". Una lirica molto profonda che invita a riflettere anche sul valore del silenzio. Un abbraccio Alessandra
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Ferdinando Battaglia
- 28/04/2013 09:07:00
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"sì che lo sforzo del parto si cambi in canto": Belle le immagini che utilizzi per parlarci della gestazione creativa, lattesa dellispirazione, lo sforzo del fromarle un corpo di scrittura; poi, lesultanza gioiosa della nascita: "Ecco, essa è carne della mia carne" (ma se ho tradito il senso autorale, perdonami).
Buona domenica Lory.
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amina narimi
- 28/04/2013 01:57:00
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"attendo un segno di debolezza del cielo" Come una eucarestia, bellissimo Dalla mia notte amica Buoni Sogni
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